Vi ricordate il nostro articolo dove sembrava che finalmente venisse definito in Italia il significato di birra artigianale con tanto di legge apposita? Si sta parlando solo di qualche mese fa, e noi tutti abbiamo pensato che finalmente la storia del panorama brassicolo italiano fosse davanti ad una svolta. Conseguentemente a quella decisione, erano anche state approvate alcune riduzioni delle accise per i microbirrifici (ovvero quegli stabilimenti che si attestano su un livello minimo di produzione).
Quali sono le birre più bevute nel periodo natalizio? E quali sono invece gli abbinamenti perfetti con le varie portate delle abbuffate natalizie? Come sappiamo molti birrifici, sia italiani che stranieri, in questo periodo producono le cosiddette Christmas Beer, in uscita proprio sotto Natale, che hanno conquistato il palato e il cuore di molti e sono da sempre le protagoniste indiscusse di queste festività.
Si parla continuamente di birra al luppolo, ma questo non è l’unico ingrediente utilizzabile. Infatti sembra essere molto in voga, negli ultimi tempi, anche la birra di segale.
Amiata l’aveva già fatto, con la sua Rye’ccomi, realizzata in collaborazione con Mike Murphy. In quel caso l’ingrediente speciale era proprio la segale.
La segale è molto diffuso soprattutto nelle zone temperate, ed è uno dei cereali più antichi. Pensate che veniva utilizzato già nei primi insediamenti umani, sia per l’alimentazione umana che animale. Tra gli usi alimentari trovava poi posto anche la birra. Infatti, la nostra bevanda preferita è da sempre prodotta con cereali diversi in base al luogo. Non a caso in Africa viene utilizzato il miglio.
Tra pochi mesi sarà terminato il tunnel che poterà fiumi di birra dal birrificio Halve Maan, situato fuori città, fino al centro di Bruges.
Questo tunnel sotterraneo passerà sotto i canali della città fiamminga, per un percorso di circa 3 chilometri.
Bere birra fa bene, ormai l’abbiamo detto più e più volte. Secondo alcuni sembra essere addirittura un ottimo integratore di sali minerali, dopo la palestra o lo sport.
In fondo un motivo ci sarà se i rugbisti lo fanno da sempre, con il famoso “terzo tempo”, che vede i giocatori delle due squadre incontrarsi per bere insieme, in un clima conviviale.
L’alcol dopo lo sport è sempre sconsigliato, ma la birra è composta al 93% di acqua, e contiene sali minerali, aminoacidi, vitamine del gruppo B e antiossidanti, che vi aiuteranno a combattere l’invecchiamento dei tessuti. Da qui l’idea di utilizzarla come integratore di sali.
Ultime ore per uno degli eventi italiani più importanti per chi ama e lavora con la birra, ovvero Beer Attraction di Rimini, e già non si contano più le novità.
Le premiazioni.
Come ogni evento che si rispetti, non poteva mancare il momento delle premiazioni e dei riconoscimenti. E’ stato assegnato il premio Birra dell’Anno, arrivato quest’anno alla sua undicesima edizione. Ad aggiudicarselo, tra ben 150 birrifici in gara, La Diana, con la Ester, deliziosa birra al miele. Qualcuno di voi probabilmente già conosce questo birrificio agricolo di Siena, chiamato così perché produce birre con orzo a chilometro zero. La birra vincitrice, Ester, è una triple in stile belga, arricchita con ottimo miele di erica di Montalcino.
Altro premio è stato quello che si è aggiudicato la storica Fabbrica della Birra Perugia, eletta Birrificio dell’Anno 2016.
Fiumi di birra che attraversano campi di luppolo, e la nostra bionda preferita che sgorga copiosa, come fosse acqua da una fontana. No, non è la descrizione del Paradiso, ma qualcosa di meglio.
Infatti parte di questa fantasia adesso è realtà. In Polonia sarà stata realizzata la prima fontana di birra, in Europa.
Cercate di contenere la gioia, anche se è difficile, ce ne rendiamo conto. Esiste qualcosa di più bello? Probabilmente per un amante della birra come lo siamo noi, no.
E’ stato assegnato nei giorni scorsi uno dei premi più ambiti da chi produce birra, quello al miglior Birraio dell’anno 2015.
Ad aggiudicarsi il riconoscimento è stato Fabio Brocca, del Birrificio Lambrate. Nella categoria emergenti invece hanno brillato Matteo Pomposini e Cecilia Scisiani, del birrificio marchigiano Mc 77.
Non so se avete mai sentito parlare di “serendipità”. Si usa questo termine ogni volta che si fa riferimento alle scoperte casuali, e felici. “La serendipità è cercare l’ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino”, diceva il ricercatore americano Julius H. Comroe.
L’esempio più celebre di serendipità è sicuramente Cristoforo Colombo che, partito in direzione delle Indie, si è ritrovato a scoprire le Americhe.
Ma non ci sono solo esempi così eclatanti. Anche la marmellata alla birra è nata per caso. La sua inventrice, Nancy Warner, non aveva più frutta per fare la sua marmellata, per colpa di un inverno rigido e lungo che aveva rovinato il raccolto. Così ha pensato bene di provare con la birra.
L’anno sta per finire e, anche per la birra artigianale, è tempo di bilanci e di classifiche. Siete curiosi di sapere quali sono state le migliori birre del 2015, secondo Portale Birra?
Allora continuate a leggere.
La Grigna, birrificio Lariano.
Siamo in territorio bionde italiane, o meglio Italian Lager. Chiare, a bassa fermentazione, con basso contenuto alcolico. Tra le migliori che abbiamo assaggiato quest’anno c’è sicuramente La Grigna, del Birrificio Lariano. Forse vi ricorderete di loro: abbiamo avuto modo di incontrarli e di fare ai ragazzi qualche domanda, per conoscerli meglio. La loro produzione è molto variegata, sia per stili che per tipologie. La Grigna viene definita “Bohemien Pilsner” e il suo nome arriva da un’antica leggenda celtica. La Grigna era infatti una crudele guerriera che fece uccidere da una sua sentinella un cavaliere venuto a dichiararle amore. La guerriera fu trasformata in montagna e così anche la sentinella, che divenne la Grignetta.
Babel, birrificio Foglie d’Erba.
Dopo una chiara, leggera e poco alcolica, passiamo ad una ambrata, ad alta fermentazione e di ispirazione anglosassone. La Babel del birrificio Foglie D’Erba è rifermentata in bottiglia con Zucchero di Canna Integrale filippino Mascobado, da Circuito Equo e Solidale. Anche questa è un’italiana. La riconoscerete anche ad occhi chiusi, per il particolare profumo erbaceo e agrumato. Per noi è stato amore alla prima annusata.